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Ritrovarsi nel caos: il coaching come bussola interiore per il benessere psicofisico

Ci sono momenti nella vita in cui ci sembra di correre senza mai arrivare da nessuna parte. Le giornate scorrono veloci, i pensieri si affollano come fogli sparsi mossi dal vento, il corpo invia segnali che ignoriamo per abitudine e la mente cerca una pausa che non trova mai davvero. Viviamo in un tempo che chiede tanto – a volte troppo – e ci siamo abituati a convivere con una tensione costante, come se fosse un rumore di sottofondo inevitabile. Eppure, dentro quel rumore, esiste un’altra possibilità: uno spazio silenzioso, intimo, profondamente umano. Uno spazio in cui tornare a respirare, a sentirsi, a capire. Uno spazio che il coaching può trasformare in un porto sicuro, una direzione, una bussola per ritrovare se stessi.


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Lo stress: una risposta naturale che può diventare tossica


Secondo la psiconeurobiologia dello stress, quando il nostro organismo percepisce una minaccia, attiva una risposta fisiologica complessa che coinvolge l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Se questa attivazione diventa cronica, può compromettere il sistema immunitario, endocrino e nervoso. Lo stress che caratterizza la nostra epoca non è semplicemente “stanchezza” o “preoccupazione”: è spesso la somma di mille fili che si intrecciano tra loro. Il lavoro che chiede sempre di più, le relazioni da proteggere e nutrire, le aspettative, nostre e degli altri, che diventano una seconda pelle. A questo si aggiungono le emozioni non elaborate, i rimandi, le autocritiche silenziose, la sensazione di dover far fronte a tutto senza mai mostrare fragilità. Il corpo sente tutto questo, lo registra, lo memorizza e può indebolirci, confonderci, renderci vulnerabili.


Coaching e resilienza: cosa dicono le neuroscienze


Le neuroscienze ci spiegano che una continua attivazione di questo asse può compromettere sonno, concentrazione, energia, equilibri ormonali ed emotivi. Ma prima ancora che il corpo inizi a cedere, lo fa la mente. Ci sentiamo più irritabili, meno presenti, meno capaci di decidere. A volte ci accorgiamo di vivere “in apnea mentale”, come se fossimo spettatori della nostra stessa vita. È in questo stato di disconnessione da sé che nasce il bisogno di riscoprire un ascolto nuovo. Un ascolto che il coaching, con la sua delicatezza e profondità, può facilitare.


Le ricerche lo confermano: un percorso di coaching ben strutturato non è semplice motivazione temporanea. È un processo che cambia la percezione di sé, che riorganizza i pensieri, che sviluppa resilienza, quella vera, quella che non significa resistere a ogni costo, ma trovare dentro di sé risorse nuove per affrontare ciò che la vita presenta.

Lo studio pubblicato su Recenti Progressi in Medicina, condotto su 176 adulti, lo dimostra chiaramente: dopo 9 ore di coaching, distribuite in alcuni mesi, le persone coinvolte hanno aumentato la loro resilienza del 7,5%. Ma oltre ai numeri, ciò che colpisce sono i vissuti: maggiore capacità di fare scelte, più chiarezza sulle priorità, migliore regolazione emotiva. È come se il coaching permettesse alla persona di tornare a sedersi al centro della propria vita, e non più ai margini.


Oggi sappiamo, grazie alle neuroscienze, che il benessere psicofisico nasce da un equilibrio dinamico e delicato tra corpo, mente ed emozioni. Il coaching si inserisce in questa visione integrata non come una tecnica isolata, ma come un processo che guida la persona a unire pezzi che spesso percepisce separati.


Riconoscere le emozioni, imparare a nominarle, comprendere come influenzano le scelte; ascoltare i segnali del corpo e rispettarne i tempi; sviluppare uno sguardo più gentile verso se stessi; creare rituali di presenza come la mindfulness o la respirazione consapevole; allenare un dialogo interno che non giudica ma accompagna: tutto questo diventa parte di un percorso di crescita che non si esaurisce in poche sessioni, ma continua nella vita di ogni giorno.




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Le ricerche più recenti suggeriscono che approcci integrati, come il coaching abbinato a pratiche di mindfulness, esercizio fisico e gestione del tempo, possono potenziare l’efficacia degli interventi. La mindfulness, ad esempio, è stata dimostrata efficace nel ridurre ansia e stress, migliorando la qualità del sonno e la concentrazione.



Il coaching E' uno spazio sicuro e trasformativo


Molte persone arrivano al coaching con una domanda che da fuori sembra semplice ma che dentro è enorme: “Come faccio a stare meglio?”. Ma dietro questa domanda, spesso, c’è molto di più.

C’è il desiderio di ritrovare un equilibrio perso da tempo. C’è la stanchezza di sentirsi sempre in allerta. C’è la voglia di tornare a riconoscersi nello specchio. C’è la speranza che, da qualche parte, esista un modo per smettere di correre senza scopo e cominciare a camminare con intenzione.


E il coaching diventa allora un luogo sicuro in cui aprire quel cassetto interiore che non abbiamo mai avuto il coraggio di toccare.

Il valore più profondo del coaching non sta solo nelle tecniche, nelle domande, negli strumenti. Sta nella relazione. Nel sentirsi realmente ascoltati senza essere giudicati. Nel trovare qualcuno che vede le nostre potenzialità anche quando noi non riusciamo a vederle. Nel potersi permettere di fermarsi, di respirare, di esplorare. Il coaching non dice alle persone cosa fare, non dà soluzioni preconfezionate: accompagna. Illumina.

Aiuta a rimettere ordine tra i pensieri, tra le emozioni, tra le priorità. E in questo processo di riorganizzazione interiore accade qualcosa di straordinario: la persona torna a sentire di avere scelta. Di potersi orientare. Di potersi ascoltare. Di potersi prendere cura di sé senza sensi di colpa.



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In un mondo che ci chiede costantemente di essere all’altezza di tutto, il coaching ci ricorda che il primo passo per stare bene non è fare di più, ma fare spazio. Uno spazio mentale, emotivo, fisico e simbolico. Uno spazio in cui tornare a sentirsi interi. Uno spazio in cui, finalmente, poter dire: “Io ci sono. Io mi ascolto. Io mi scelgo”.

E forse il dono più grande che il coaching porta nelle nostre vite è proprio questo: restituirci a noi stessi. Rimetterci al centro. Permetterci di riconoscere, con nuova consapevolezza, ciò che ci fa bene e ciò che ci allontana da chi desideriamo essere. Non è un percorso immediato, né magico.


È un cammino fatto di piccoli passi, di scoperte silenziose, di intuizioni improvvise. Un cammino che, giorno dopo giorno, insegna che il benessere non è qualcosa da inseguire fuori, ma qualcosa da coltivare dentro.

Nel caos della modernità, in un tempo che ci spinge sempre altrove, il coaching diventa una bussola interiore che ci orienta verso ciò che conta davvero: equilibrio, autenticità, presenza. Perché quando impariamo a guardarci dentro con sincerità, a riconoscere la nostra vulnerabilità e la nostra forza, scopriamo che non siamo persi: siamo semplicemente in viaggio. E la direzione giusta, molte volte, non è lontana da noi. È già lì, nel silenzio che non abbiamo mai osato ascoltare.


Se desideri iniziare a stare meglio a raggiungere qualche obiettivo o semplicemente ritrovare il focus della tua vita o aiutare tuo figlio/a a capirsi a stare meglio con se stesso e con i pari, clicca sotto ti aspetto in coaching call gratuita per conoscerci, poi sceglierai tu se fa per te.



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